Il ministero non sblocca la lunga attesa. Aumenta il ritardo e il clima di incertezza, ma la responsabilità non è dei sindacati. La mobilità deve tornare ad essere interamente materia negoziale.
La trattativa sulle modifiche del CCNI mobilità 2022-2025 del personale docente, educativo e ATA è ferma dal 14 dicembre scorso dopo un confronto serrato tra ministero e sindacati
Il tema centrale e dirimente è quello del superamento del vincolo triennale di permanenza che, è bene ricordare, riguarda sia i docenti neo-assunti che i neo-trasferiti, qualora essi intendano presentare una nuova domanda interprovinciale se già provenienti da altra provincia.
L’attuale formulazione del CCNI 2022-2025, non firmato dalla FLC CGIL, da UIL scuola, da Gilda e da SNALS, assume la legge vigente al momento della sottoscrizione e pone questi limiti. Ad oggi, però, tali norme sono state abrogate ed è necessario riaprire il contratto e modificare le parti interessate, affinché non ci siano disposizioni in contrasto prima dell’avvio delle prossime operazioni a.s. 2023/2024.