La sperimentazione avviata dalla ministra Carrozza, finalizzata a ridurre di un anno la durata del percorso di studi della scuola secondaria di secondo grado, continua a non convincerci nel merito e nel metodo. Nel merito, perché si affronta il tema della durata dei cicli scolastici con una sconcertante superficialità, non tenendo conto quindi della finalità dei due cicli di istruzione, né dei curricoli né degli effetti sul personale quantificabile in taglio di 46.000 docenti e alcune migliaia di personale ATA, il conseguente avvilimento ulteriore dell’offerta formativa, senza nemmeno una visione strategica che punti ad innalzare l’obbligo scolastico a 18 anni. Sul metodo per la totale assenza di un confronto decisioni prese nel chiuso di qualche stanza ministeriale da sparuti gruppi di “esperti”, come se chi ci lavorasse non avesse voce, strumenti ed idee in proposito. Per approfondire